Il piccolo Hans - III - n.12 - settembre-dicembre 1976
tivo oggettivo alla scena, e insieme sottolinea la differen za nella metamorfosi che ha preso luogo; Qui la violenza è nella prevaricazione degli oggetti. Il motivo dello stru pro e della inviolabilità che esso simboleggia ricorre in tutto il Waste land, creando una rete di contrappunti e ironie rispetto al tema centrale della fecondità. iLo stu pro è difatti deformazione della fecondità, violenza collo cata al cuore del motivo. L'inviolabilità rimanda all'ono re, !'assolutamente violabile nella definizione hegeliana, e pone il problema della incolumintà del soggetto, in ter mini di attento alla persona fisica. Il corpo profanato è danno portato al riconoscimento del principio astratto dell'esistenza ed autonomia del Soggetto. La fragilità del la physis, cui lo stupro allude, è essa stessa allusione alla più astratta violabilità del concetto di persona. Ma la violenza di Filomena si' riscatta nella metamorfosi; fal legoria parla la vendetta, la rivincita ha luogo nella supe riore trasformazione. In questa stanza eliotiana, lo stupro non trova meta morfosi, né trascendenza in una rappresentazione simbo lica. Gli oggetti che posseggono (« così brutalmente») la Donna, la cancellano interamente: la violenza non dà luogo a nessuna trasformazione. La Donna non trova altro volto che quegli oggetti: gli oggetti che la racconta '" no, insieme la cancellano. Il corpo degli oggetti dà cor po alla assenza di Lei. La relazione alla realtà è bloccata a quella incarnazione data: come bloccato è il linguag gio, quando non èl descrizione degli oggetti. Quando la Donna parla, parla un linguaggio meccanico, ellittico, disperato; si getta in un dialogo che è monologo, perchè l'altro non risponde. Il metodo di composizione eliotia no conduce a questo, all '. onnivora voracità dell'oggetto che divora tutto lo spazio al personaggio. Il personaggio annega nelle maree del corr�lativo oggettivo, ne è sopraf fatto. Didone, o Cleopatra, sono la citazione che succhia. e assorbe i,l personaggio. L'uomo eliotiano non ha identi- 121
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