Il piccolo Hans - III - n.12 - settembre-dicembre 1976

come la sua meta; l'individualismo è la sua teoria») si vanifica; in realtà l'unico reale accadimento è la cancella­ zione del soggetto. Chi scompare è proprio chi dovrebbe essere messo in valore dall'oggetto che sceglie, a rappre­ sentare il suo gusto, e quindi la sua individualità. Con la messa in valore del mondo delle cose cresce in rapporto diretto la svalutazione del mondo degli uo­ mini; l'oggettivazione che il personaggio eliotiano cerca è poi nient'altro che alienazione. Il personaggio eliotia­ no che si realizza a mezzo del correlativo oggettivo e della citazione, non può che darsi nella modalità aliena­ ta della schiavitù e perdita di sè nell'oggetto. iLa relazio­ ne sintattica è tale che perfino l'oggetto si fa distante. In realtà tutta la stanza è un gioco di rifrazione di luci; come se l'oggetto volesse trascendere la propria materia­ lità oggettiva in una fantasmagoria visiva, e farsi segno incorporeo, effetto di luce: cosa sensibilmente sovrasensi­ bile. I verbi portanti alludono tutti a fenomeni visiv'i: vuoi alla luce (scintillava, raddoppiava le fiamme, riflette­ vano la luce, il luccichio dei gioielli), vuoi allo sguardo (occhieggiava, si copriva gi occhi). I sostantivi si connet­ tono alla luce in quanto superfici che la specchiano: il marmo, lo specchio, il tavolo; o superfici che emanano la luce: i gioielli, il trono, i candelabri, gli astucci. Alla luce si unisce il profumo; anche qui dell'oggetto appare, o si dà, l'effetto di corpo, non la materialità: I profumi si annidano nelle boccette stappate, . come banditi pronti all'imboscata (lurk); pronti a turbare, stordire, affogare i sensi' negli odori. L'esalazione mortuaria (madame Soso­ stris aveva detto: « Ecco la Belladonna, la Donna delle Rocce, la donna delle situazioni» e non è la Belladonna un narcotico, oltre che un cosmetico, oltre che Cleopa­ tra, altra donna che fa morire?) si alimenta delle cande­ le, si proietta nei laquearia, fino a distendere sullo scena­ rio un'aspra odore di morte. Nell'altra stanza di Ritratto 118

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