Il piccolo Hans - III - n.12 - settembre-dicembre 1976

momento quando il pezzo funziona come cosa, non pm come forma di una rèlazione. Come nella letteratura, dunque; specie quando la letteratura assume a proprio referente fa letteratura, che divent� mezzo di produzio­ ne di altra letteratura ancora. La distanza dal reale si fa sempre più grande; la citazione stabilisce la distanza di memoria dall'originale, tanto che ci si potrebbe chiede­ re se ci fu un tempo un originale, che non fosse pure quello della letteratura. L'originale e la copia non si defini­ scono più ormai in contrapposizione; tutto è riproduzio­ ne, l'origine si perde nella notte dei tempi. Chi è dunque la Dama che siede oggi nella sedia, come se fosse � trono brunito? E' una copia, la riproduzione di un origina­ le, fosse esso Cleopatra, Didone, Filomena, o chi altro? Do­ ve si situa ,la sua realtà, oltre che contestualmente, nella terra desolata, nelle parole di Madame Sosostris: « Here is Belladonna, the Lady of the Rocks, the lady of the situations ». La sua realtà è la fiction, lo scenario di oggetti che la raccontano; gli specchi, i vetri, le fiale, i cosmetici, cioè gli oggetti che stanno nella stanza, da una parte, e dall'altra le citazioni (gli oggetti culturali) che stanno nella poesia. Gli oggetti per la Donna, le citazioni per il poeta, sono la stessa oosa; riempire la stanza di oggetti d'arte, o riempire la poesia di citazioni, obbedisce alla stessa illusione; che quell'oggetto bello non sia più lavoro; che nella stanza, come nella poesia, si apra uno spazio di contrapposizione e di rivolta alle leggi del mondo. L'intérieur è l'asilo dell'arte, ci dicono; e viceversa, si potrebbe aggiungere. Il collezionista d'og­ getti, o di citazioni trasferisce all'esterno (il mondo del­ la produzione), all'interno (il mondo del consumo) - il prodotto, e nell'interno della stanza o della poesia preten­ de che avvenga lo scondizionamento del prodotto dalla logica della sua produzione. Il lavoro condensato nell'og­ getto non si vede, scompare nella fantasmagoria dell'inté­ rieur. Pure, queH'oggetto continua a lavorare, a produr- 116

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