Il piccolo Hans - III - n. 11 - luglio-settembre 1976
zione. Grazie aHa denegazione come intermediaria, Freud ci conferma precisamente la funzione di misconosci mento inerent,e all'io. In questa analisi acquista Ja sua piena , significazione , l'osservazione di Laoan a proposito della rottura, nello stadio dello specchio, ,del ce!'chio fìra l'Irnnenwelt e l'Um weh (mondo dntwno e mondo estemo), rottura che mette l'io neHa necessità di un'inestinguibile !riveri.fica di sé, cioè della propria rappresentazione, come tale colpita dallo scollamento originale (cfr., p. 91). Sareb be importante considerare l'esperimento di cui si ser ve Lacan per mostrare come attraverso uno specchio concavo, opportunamente disposto, l'immagine reale di un vaso vada ,a mc-cogliere un mazzo di fiori che solo per un effetto ottico , saranno cont e nuti nel va1so. Nel- 1'esperim e nto l'unione di un oggetto e di una ·immagine in un'uniità, diremmo gestaltica, significa l'inadegua zione e lo scarto :lira immaginario e -reale nella vi 1 sione del soggetto purché si t e nga debitamente conto del luogo da cui guarda. Per prendere ·dal :rappoi:ito fra il , vaso ·e i fiori un solo rilancio metaforico ,sarà al rapporto fra un conte nente e un contenuto ohe dovremo guardare, infatti la forma2iione primitiva dell'io si costituisce a partire da un'espulsione che porta aUa distinzione del mondo ester no come distinzione di un d e nti:io e un fuori. Siamo ricondotti così all'immagine corporea che nello specchio assume unità ricomponendosi sui resti del corpo firam mentato (corps morcelé), ma ,la ritroviamo dopo le necessarie mediazioni. La forma umana è innanzi tutto fuo 1 ri di noi in quanto si ,offre come miraggio ·statuariio deH' 1 altro; in vestita dal1a ,libido, essa si situa nella prospettiva che la lega, attravel"So lo specchio e l'assunzione immagi naria della realtà (e/o del corpo), aH'Io,j_deale e alla 98
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