Il piccolo Hans - III - n. 11 - luglio-settembre 1976
umana ,aprendo l,a via a una dimensione propriamente fantastica attraverso uno ,s,oollamento insopprimibile fra visione e realtà. Lo stadio dello specchio si manif.esita dunque oome quel momento fondamental , e di una prima identificazio ne, di un'identificazione che si offre di necessità all'in ganno di urna forma itotale del corpo, di u1J1a Gestah che per l'uomo irnaugu_o:'a l'alienazione di sé come immagine di un altro, davanti alla statua di Pigmalione dove fisserà di volta in volta l'oggetto del desiderio. Ma se ,l'oggetto trova qui -i!l prnprio desti1J10 legato alla funzio n e dell'ima go in quanto •stabilisce una prima relazione fra 1'orga1J1i smo (Innenwelt) e la sua realtà CUmwelt), - lo stadio dello specchio stesso si rivela essere « un caso partico lare della funzione dell'imago» (p. 90) - il ,desiderio invece 1 si pane [lella ,sua �adicale •situazione di essere '« de siderio del desiderio dell'altro». Infatti « il ,soggetto prende coscienza del suo desiderio nell'aiJ.tro, per 1'i1J1ter medi • ario dell'immagi1J1e dell'alt�o che ,gli dà il fantasma della sua maitrise ». {Lacan: Le Séminaire, livre I, Parigi, Seui! '75, p. 178). L'altiro adulto è presente ne�la dina mica dello stadio dello specchio fin già da quel delicato scambio di ·sguaTdi COIIl cui il bambi�o •s 1 ancisoe nell'altro il 11iconoscimento di sé. Si evoca qui quella che Lacan rindica come l'intui zione dominante di tutta la speculazione hegeliana e cioè il fatto che ii! desiderio ,dell'uomo è iil desiderio di farr riconosoere il pro�io desriderio. H desiderio deH'uomo è il desiderio dell'a1ltro. E con questo siamo oandotti alla dialettica del riconosoimento, all',affr o ntamento dell'uo mo aH'uomo. E' infatti perché l'uomo rischia ·1a vita per essere riconosciuto che sri distingue il suo desiderio da quello animaile; quest'ultimo è puro desideriio di conser vazione, mentre l'uomo desidera il riconoscimento del proprio desiderio da parte dell'altro e per questo impe- 91
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