Il piccolo Hans - III - n. 11 - luglio-settembre 1976
libere, aperte, frammentate, diffratte (i simulacri), pro prio in quegli anni Romiti componga il quadro che con tiene tutta l'esperienza successiva della « brisure », del l'orlo, del bordo, della differenza, dell'articolazione: e cioè la Composizione verticale grigia del 1959 {si veda, in proposito, anche il catalogo della mostra curato da Calvesi). Abbiamo raggiunto così il punto da cui eravamo par titi: e cioè l'esperienza della « brisure » come momento determinante del percorso pittorico di Romiti. A volerlo riassumere, questo percorso si presenterebbe allora così: una prima fase d'apprendistato, ove l'operazione pitto rica si imposta sui poli, abbastanza tradizionali, della nozione di oggetto e di una pratica della trasposizione del medesimo secondo i codici deformanti dell'espres sionismo, prima, e della scomposizione cubista, poi (anni 1947-1951); una seconda fase (anni 1951-1955), caratte rizzata da composizioni di «insiemi» o «sistemi» cro matico-spaziali, calcolati sul modello di «figure» o «im magini mentali»; una terza fase che abbiamo denomi nato dei «simulacri» (anni 1956-1960) e che si caratte rizza :_ negativamente e in opposizione alla precedente - come volontà di rimozione del modello ideale e come abolizione della pratica della mimesi, mentre - positi vamente - introietta la differenza-alterità {anche: il manque) su cui si fonda l'elaborazione della «forma» (il «simulacro», appunto); infine una quarta fase (anni 1961-1965), che corrisponde all'esperienza centrale e de cisiva della «differenza» (o della « brisure »), verso la quale tutte le altre fasi o esperienze, come abbiamo dimostrato, convergono. Non solo, ma dalla quale si diparte, come suo naturale approfondimento o conse guenza, il successivo lavoro decennale (1965-1975, termine ultimo della mostra bolognese), rappresentato da una drammatica esperienza monocromata tuttora aperta e in fieri, per la quale sono state fatte numerose ipotesi: 40
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