Il piccolo Hans - III - n. 11 - luglio-settembre 1976
inconsce più profonde, che sono dunque di natura lin guistica. Il problema sorge allora del come una perce zione che preceda l'ordine del linguaggio possa lasciare in quest'ordine la sua traccia più profonda. La soluzione è in Bonavena: le fotografie vengono prese solo dopo la descrizione degli oggetti, che del resto - traccia più profonda - sopravvive loro. Il problema è falso. Freud non giunge a porre l'ordine simbolico come costitutivo del soggetto e della sua realtà prima di ogni percezione, o almeno non giunge ad enunciarlo: introducendo l'io realtà egli ripone da capo il problema del nisi intellectus ipse (ossia del rapporto tra la percezione sensoriale e il significante) che l'io-piacere ha già risolto. Ma la sua esperienza analitica lo tradisce. Basti l'esempio che segue la citazione appena fatta: « Uno dei miei pazienti iste rici più giovani, un ragazzo di dodici anni, è turbato al momento di addormentarsi da « volti verdi con occhi rossi», di fronte ai quali si spaventa. Fonte di questa apparizione è il ricordo represso, ma un tempo cosciente, di un ragazzo che quattro anni prima vedeva spesso e che gli aveva offerto un'immagine repellente di molte cattive abitudini infantili, tra cui l'onanismo, che adesso, a posteriori, egli stesso si rimprovera. A quel tempo sua madre aveva osservato che quel ragazzaccio aveva una faccia di color verdognolo e occhi rossi (cioè cerchiati di rosso)» 19 • Così, a voler dare a Realitat in Freud il senso di Gegenstand e, rimuovendo il valore fondante dell'io-pia cere, attenersi alle formulazioni freudiane sull'io-realtà nella Negazione, il testo freudiano è rigorosamente illeg gibile. La realtà è per Freud « gli altri», anzi la strut tura che li socializza e dunque l'Altro: « Staccarsi dalla realtà vuol dire nello stesso tempo staccarsi dalla comu nità umana» 20 (da meditare in senso non anti-psichia trico). E più precisamente il desiderio dell'Altro: due esempi. 16
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy