Il piccolo Hans - III - n. 11 - luglio-settembre 1976

Dunque con ordine: 1) Sul concetto di letteratura Una prima nota attorno al concetto di « letteratura ,come condicio sine qua non della comunicazione lette­ raria». Tu scrivi: « ... la funzione ipersegnica del testo letterario si produce appieno nel generale processo co­ municativo consentito dall'esistenza di convenzioni e co·dificazioni letterarie (...), di tecniche riconosciute, che veicolano in qualche modo il dialogo fra autore e desti­ natario.» (p. · 17) ,�. Ossia, ancora: « ... alla base delle forme, anche le più originali, di comunicazione letteraria vi è un'area comune di competenza dell'emittente e del · desti n atario costituita dalla letteratura come sistema in· formativo e comunicativo. » (p. 19). Naturalmente que-sto sistema semiotico che è la letteratura si stende sul ·doppio piano sincronico e diacronico, per cui Gadda, -per esempio, - come tu mostri - produce informazione non solo per essere nel bel mezzo del '900, ma anche -per essere al termine di un filone, quello dell'espressio­ n�smo, italiano e no. Altrettanto naturalmente questo sistema rischia di non essere lo stesso per autore e let­ tore, e si pone dunque il problema dell'intersezione delle ·due competenze; per cui è lecito dire che un'opera pro­ duce informazione per me grazie ai suoi rapporti con :altre che sono assenti dalla competenza dell'autore. E -viceversa. Ciò posto, vorrei tornare sul termine di « lettera­ tura», o, meglio, sul concetto. Tu ricordi a più riprese (per esempio, pp. 30, 32) che ogni epoca ha un suo « tipo di segnicità» (anzi è forse il « tipo di segnicità» a fare · un'epoca) e insisti, per esempio, sul rapporto diverso dal nostro che il medioevo intrattiene con l'opera e la lettura. Ma mantieni ciò nonostante operante per ogni '' I numeri delle pagine senza altra indicazione si riferiscono :al libro di Maria Corti, Principi della comunicazione letteraria, cit. 157

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