Il piccolo Hans - III - n. 11 - luglio-settembre 1976

«drammi» (e persino la Bibbia), sebbene, non casual­ mente, vi predominino novelle, racconti, favole. Ma vi è ragione di rimanere insoddisfatti, pur da­ vanti alla minuziosità e alla perizia dell'analisi della logica del raccontare (nessi, ruoli narrativi, ecc.). Si assuma un caso, quello dell'episodio, nell'Orlando Fu­ rioso, di Isabella e Rodomonte, utilizzato da Bremond per individuare il ruolo del «corruttore» (dégradateur), e quello del «protettore»: «Nell'Orlando Furioso, Isabella, prigioniera di Ro­ domonte, e risoluta a difendere la propria purezza, pro­ mette al suo rapitore, se si impegna a rispettarla, di dargli un filtro in grado di resuscitare. E si offre anche per saggiare la virtù del filtro, in modo che Rodomonte, su sua richiesta, le taglia la testa. Si avvede allora che la pozione è priva di efficacia. Codificheremo lo strata­ gemma di Isabella: protettore di se stessa (o più pre­ cisamente del suo stato eticamente soddisfacente); per far ciò si sforza di neutralizzare nell'altro un eventuale corruttore; per far ciò si sforza di frustrare il corruttore del successo della sua impresa di corruzione; per far ciò, si sforza di ingannare il corruttore (di ottenere che cooperi involontariamente alla propria frustrazione); per far ciò, si sforza di convincerlo di intraprendere uno pseudo-compito in grado di migliorare la sua sorte (otte­ nere il filtro miracoloso) e un compito in grado di for­ nirgli un'informazione {verificare su Isabella la virtù del filtro); riesce in questa impresa; (...) riesce in tal modo nella sua impresa di proteggere se stessa» (p. 288). Che cosa rende problematico questo esempio, in­ sieme a molti altri tratti da narrazioni comunque assi­ milabili a «romanzi»? Il fatto che nel Furioso Rodo­ monte non è un agente (o attante, per dirlo con Sklovski e altri) la cui azione si limiti all'episodio analizzato (e isolato). Non è solo un dégradateur, anzi non lo è pre­ valentemente, o lo è molto meno di altri tra numero- 145