Il piccolo Hans - III - n. 11 - luglio-settembre 1976

Dire che tutti sono intellettuali, e che l'intellettuale è ormai proletarizz,ato, ,dfo:e che la socializzazione ha ge­ neralizmto or m ai ,le funzioni specifiche dell'intellettuale, è certamente una constatazione che implica un'analisi; ma, poiché l'intellettuale , sopravvive nella funzione-autore, nel costume, nella proprietà « soggettiva » del disco!t'so, 111elle pratiche narcisistiche, nelle aree di opinione poli­ tica, nelle commissioni culturali dei paTtiti, nelle aule universita11ie, nelle redazioni, nelle vetrine librarie, nella produzione di metalinguaggi, nelle colonne dei giornali, nei convegni, poiché in tutto ,questo egli sopravvive, si riproduce e preserva, un discOTso sulla sua morte ha l'ambigua verità d'un discorso teorico che non si vuol misurare con le contraddizioni intero.e alle pratiche di­ scorsive e alle istituzioni. « Deculottez votres phTases », diceva una scritta del maggio parigino rivolta ai professori: l'invito non aveva come bersaglio solo la retorica e chi scambiava la biblio­ grafia per la verità, ma anche ·quanti facevano della frase un lusso, deHa parola un abito, del discorso un privilegio, dell'analisi un potere di esclusione. L'invito alla scairna teoria, ,alla « nuda filosofia » nel « deserto della vita » (leopardianamente) raccogliev · a insieme la storia della critica negativa e l'istanza del discorso col­ lettivo. Nell'invocare , e tentare avventurosamente un rapporto 'Ì'ra teoria e movimento si dichiarava l'arre­ tratezz,a di una produzione cultm-ale che perpetuava un sistema di idee attraverso la ripI10duzione d'una speciale categoria sociale, la cui •storia è la ·storia di fallite me­ diazioni tra le classi o di tendenziali dichiarazioni di organicità ad una classe. Ma n o n si riuscì a spezzare l'anello che unisce il potere d'analisi ad un ruolo, ed il ruolo ad una categoria: che appare fondata sul ricono­ scimento, sulla ·socialità corporativa, sulla coopt·azione. Antonio Prete

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