Il piccolo Hans - III - n. 11 - luglio-settembre 1976

zioni» esistenti nel protito oomuni!sta prima della defi­ nitiva v:ittoria di Stalin. Non concordo affatto, al contrario, con quanti vor­ rebbero far risalire tale «deviazione» aH'« ultimo» Le­ nin del periodo successivo alla Rivoluzione d'ottobre (a partire dai «Compiti immediati del potere sovietico») e soprattutto a quello del periodo della NEP. Una attenta anaHsi dei testi leninfani dell'epoca permette con estrema facilità di comprendere il carattere mera­ mente contingente di certe affermaz:ioni di questo g,rande dirigente della rivoluzione proletaria. Lenin, in realtà, ha sempre compreso - a partire dai suoi scritti «economici » giovanili - il fondo del pensiern ,di M a rx; e cioè che non ,le forze produttive, bensì i rapporti di produzione costituiscono l'elemento deoisivo e determinante di un dato sistema sociale. E il ,suo concetto di formazione economico-sociale, come insieme di T'apporti di produzione che costituisce l'«os­ satura», i!l «;tessuto connettivo» di una società in un'epoca determinata del suo ,sviluppo, è in perfetto acco-rdo con quanto sostenuto da Man. E' tuttavia oerto che non poteva semplicisticamente essere posto il ,problema del rivoluzionamento dei rap­ porti di produzione 1ad un livello di sviluppo tanto basso deHe forze produttive (causato anche . dalle distru­ zioni delila prima guerra mondiale e della lunga guerra civile), quando la gente moriva letteralmente di fame. I « compiti immed i ati» (che poi ,si dimostreranno ne­ cessari per un più lungo periodo di tempo) non pote­ vano che essere quelli d:i ridare « respirn» alla produ­ zione, dunque di puntare direttamente sui compiti più specificamente economico-produttivi piuttosto che su quelli economico-sociali (-relativi, cioè, ai rapporti di forza tra 1 le classi e alla loro lotta). Del Testo, non per voler fare a tutti i costi del «giu­ stificazionismo storico» ma per un minimo di realismo 124

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