Il piccolo Hans - III - n. 11 - luglio-settembre 1976
zioni, sono ripetizioni di esse . » 11• Per cui al termine del percorso ci si ritrova in grembo un Freud neo-empirista, nel migliore dei casi neo-kan tiano. Insomma, la distinzione operata dall'io-piacere si intenderebbe come abolita (ancora nel migliore dei casi: in senso hegeliano) e il soggetto adulto si riporrebbe il problema da capo. Filosofia e psicologia (associazioni stica) occupano il campo psicoanalitico per sanzionarvi un'opposizione tra Umwelt e Jnnenwelt che trova credito per la sua matter-of-factness (evidenza spia dell'ideolo gia), ossia: un soggetto in preda a sensazioni e un Ge genstand che gliene invia i fasci (Hume) del caso. Si sa, come Lacan ha ricordato, che il « nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu » cerca salvezza nel « nisi intellectus ipse » e su questa strada si arrabatta fino a Kant 12 • Un Freud neo-empirista, perché no? «Solo per menti rare e specialmente ben fatte sembra possibile mantenere l'immagine della realtà esterna, così com'è percepita, contro la distorsione cui essa è normalmente soggetta nel suo passaggio attraverso l'individualità psi chica del percepiente.» 13 • Uno strano neo-empirismo, è vero, dove non l'intel lectus, ma l'individuo singolare trasforma il percepito. Pure la citazione, del 1901, ,è all'origine del passo citato della Negazione. Ma sarà bene, Freud, leggerlo con Freud e, di quel che ancora vi si riveste di ideologico nella nuova scienza, dar traduzione. Per sapere se davvero l'io-piacere, intro iettando, costituisce la realtà, la stessa di cui si occu peranno le verifiche dell'io-realtà per dividerla in psi chica e materiale, o se invece l'io-piacere è un passato del soggetto che non lascia vestigia e la realtà viene ex novo all'io-realtà in una percezione «vergine», bi sogna interrogare il concetto di realtà in Freud. Ma, prima ancora, bisogna supporre, con beneficio di inventario, che l'io-realtà sia solo l'erede e non l'usur- 11
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