Il piccolo Hans - III - n. 11 - luglio-settembre 1976
l'io-piac�re nella psicosi (Freud nel caso di Schreber: «vediamo bene che quanto è stato abolito (Aufgehoben) all'interno torna da fuori (von Aussen) » 8 ). La terza fase, o dell'io-realtà, non è · dunque la solu zione della seconda, bensì il ritorno della prima, ossia la conferma della viabilità del giudizio di esistenza al l'interno del campo circoscritto dall'io-piacere nella sim bolizzazione originaria. L'io qui si rivela, grazie a quel che Freud chiama l'«esame di realtà», in misura di distinguere, come già sapeva farlo «la sostanza percet tiva dell'organismo vivente», tra realtà psichica e ma teriale. Avremo: 1) situazione pre-soggettiva dove l'attività musco lare distingue un fuori e un dentro; 2) io-piacere che circoscrive (simbolizza) lo spazio della realtà come «dentro», fuori del quale resta il Reale; 3) io-realtà che distingue, nello spazio della realtà circoscritto dall'io-piacere, il dentro dal fuori come « psi chico» dal «materiale». Poco importerebbe in fondo che l'esame di realtà dell'io-realtà si faccia secondo le stesse modalità mu scolari della fase pre-soggettiva, come Freud suggerisce nel Disagio nella civiltà 9 , o piuttosto attraverso una ve rifica della coincidenza o no tra percezione attuale e rappresentazione, come Freud suggerisce invece nella Negazione 10 • Poco importerebbe, se quest'ultima posi zione freudiana non fosse al tempo stesso la più diffusa e la più problematica. La citazione già proposta della Negazione {«Ora non si tratta più del fatto che ciò che si percepisce - una cosa - debba essere oppure no accolto nell'io, bensì del fatto · che una certa cosa, pre sente nell'io come rappresentazione, possa essere ritro vata anche nella percezione - realtà -») continua così: «per comprendere questo progresso, è necessario ri cordare che tutte le rappresentazioni derivano da perce- 10
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy