Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976

soltanto innestare quello pm specifico che lo stadio dello specchio pone in evidenza. « Non il problema teoretico» - scrive Freud (3, pp. 235-6) - e non una morte qualsiasi, ma il conflitto emo­ tivo di fronte alla morte di una persona amata, e ciono­ nostante anche estranea ed odiata, ha dato corso al­ l'umana ricerca. Da questo conflitto emotivo è nata tutta la psicologia. L'uomo non poteva trascurare la morte che gli aveva arrecato del dolore per la scomparsa di una persona cara; ma nello ·stesso tempo non voleva ammetterne la realtà: poiché gli era impossibile rappre­ sentarsi se stesso morto. Così si acconciò ad un compro­ messo: assunse anche per sé la possibilità della morte, togliendone però quel significato di annullamento della vita che gli appariva invece naturale nel caso della morte di un nemico. Di fronte al cadav e re della persona amata immaginò gli spiriti... Enzo A. Funari 1 ANANIEV (1948), Sul problema dell'autocoscienza del bam­ bino, in «Rendiconti dell'accademia delle Scienze pedagogiche deN'U.R.S.S.», 1948, n. 8. 2 G. BOULANGER-BALLEYGUIER (1967), Les étapes de la recon­ naissance de soi devant le miroir, Enfance, 1, 1967, pp. 91-116. 3 :S. FREUD, Zeivmasses iiber Krieg und Tod., (Il), G.S., 10, 315, G.W., 10, 324; trad. it. Il nostro modo di considerare la morte, in C. MusATTI, «Freud» Einaudi, Torino, 1958, pp. 230-248. 4 P. GuILLAUME (1926), L'imitation chez l'enfant, Presse Univ. de France, Paris, 1950 (2· ed.). s W. KOEHLER (1922), Zur Psychologie des Schimpanzen, Psy­ chologische Forschung, I, 1922, pp. 2-45; trad. it. Note sulla psi­ cologia dello scimpanzè, in «L'intelligenza delle scimmie antro­ poidi», Editrice Univ., Firenze, 1960, pp. 247-302. 6 J. LACAN, Le stade du miroir camme formateur de la func­ tion du le. Ecrits, I, pp. 93-100; trad. it., Lo stadio dello specchio come formatore della funzione dell'Io, Scritti, I, pp. 87-94, Einau­ di, Torino, 1974. 100

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