Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976
proprie origini, rivela anche la necessità di mantenersi sempre nella tradizione di un razionalismo e di un ma terialismo che non lasci spazio a cadute spiritualistiche e irrazionalistiche. « Il fatto si è - scrive Lacan (6, p. 93) che sono arrivati a quel negativismo esistenziale la cui realtà è così vivamente promossa dalla filosofia contemporanea dell'essere e del nulla. Sfortunatamente questa filosofia la coglie solo nei limiti di una autosufficienza della coscienza che, iscritta come è nelle sue premesse, lega ai movimenti costitutivi dell'Io (moi), l'illusione di autonomia in cui confida». L'attenzione riservata dalla psicoanalisi ai primi mo vimenti de.I processo che caratterizza il soggetto inteso come socialmente e storicamente determinato, le assegna il compito di sfuggire ad ogni tentazione di neutralità, nella scoperta, che le è fornita costantemente dalle pro prie rilevazioni empiriche, di essere destinata ai pro blemi della proles (qui nondum vir est). Con questo non può rinunciare alla sua natura e ai suoi compiti specifici, non proponendosi peraltro come disciplina universale. « Nel ricorso da �oi privilegiato dal soggetto al soggetto, la psicoanalisi può accompa gnare il paziente fino al limite estatico del « tu sei que sto» in cui gli si rivela fa cifra del suo destino mortale; ma non sta al solo nostro potere di esperti in quest'arte il condurlo al momento in cui comincia il vero viag gio» (6, p. 94). Lo stadio dello specchio accompagna i1 soggetto alla soglia di un v1aggio, sul cui itinerario l'attribuzione dell'identità da parte dell'altro, trova un potente peg gioramento nella sua combinazione con lo sfruttamento ,deH'uomo sull'uomo. In questo ila fi gur a della morte ne viene potenziata, anche se i suoi nascondigli possono fa.rsi più numerosi. Per quanto ci concerne, su questo aspetto possiamo 99
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