Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976
. cor.a completamente integrato al corpo di cui fa parte e conserva una parte di individualità e di esteriorità ». Perché si verifichi un'ordinata ripartizione nell'am bito dell'attività cinestesica e propriocettiva e perché le varie parti del corpo subiscano una progressiva integra zione nello schema corporeo occorre che gli organi stessi_. secondo Ananiev, possano essere visivamente distingui bili dagli oggetti separabili dal corpo: l'identificazione del corpo proprio è quindi una conquista che tiene conto anche della necessità di una identificazione · simultanea di oggetti esterni. Alle serie cinestesiche e propriocettive si combina strettamente la serie percettivo-visiva. Si è detto che quando inizia lo stadio dello specchio siamo ancora in presenza di una asinergia evidente. L'assenza ancora dello schema corporeo non ostacola pur tuttavia l'intrat tenersi del bambino con la propria immagine speculare e questo comportamento può avere appunto i:!lizio, come si è detto, all'incirca verso il sesto mese. Su questo punto esiste la concordanza unanime di tutti gli autori interes satisi al problema: dal Preyer, al Wallon, al Gesell, a Brunet e Lèsine, fino al Boulanger, ecc. Occorre tenere presente comunque che la possibilità per il bambino di gestire il rapporto con la propria im magine riflessa appare strettamente collegata con l'aspet to posturale. La manipolazione sistematica dello specchio e l'esplorazione dell'immagine riflessa hanno veramente luogo quando il bambino può _ rim.anere seduto, in quanto tale posizione gli facilita i movimenti manipolatori, oltre ad essere indice di una acquisizione relativamente mag giore di schemi senso-motori e relazionali rispetto al periodo precedente caratterizzato dalla posizione supina. E' chiaro che le reazioni di fronte all'immagine speculare sono presenti anche precedentemente, quando il bambino non è ancora in grado di tenersi seduto, e queste reazioni sono molto precoci: a parti11e da un mese il soggetto, 88
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