Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976
durante questo periodo è incapace di prevederli» (8, p. 56). Secondo Wallon non esiste quindi ancora a questa età una intuizione primitiva e necessaria del proprio corpo nei suoi vari aspetti e nella sua interezza, ma an che le diverse impressioni corrispondenti sono associate tra di esse in modo molto parziale. Molti anni prima il Preyer (1887), osservando il comportamento di un bam bino sdraiato sul dorso, quasi con le stesse parole di Wallon, osservava: « J2 a settimana. Steso sul dorso il bambino contempla spesso le proprie gambe sollevate verticalmente per aria, in particolare i propri piedi: sembra considerarli come oggetti estranei (7, p. 443). I due comportamenti descritti sono, nell'arco evolu tivo, p!'eceduti e seguiti da una serie di acquisizioni di schemi senso--motori e relazionali che, nel complesso, mettono in risalto il progressivo integrarsi di connes sioni riguardanti sia le parti e funzioni del corpo sia queste parti e funzioni con lo spazio, gli oggetti e le persone circostanti. E a quest'età (otto mesi circa) lo stadio dello specchio è già iniziato. L'esplorazione delle varie parti del proprio corpo, che costella la progressiva acquisizione dello schema corporeo nella sua totalità, anticipa quindi e accom pagna lo stadio dello specchio. Il Preyer nota che il bambino da lui osservato a tre dici mesi e sei giorni, si morde un braccio �, pieno di so!'presa, emette ll!IlO s,tri,llo. Semp'I'e in questo periodo lo stesso bambino, su richiesta, offre la propria scarpina e quindi prende il proprio piede a due mani per offrire anch'esso. In questi due ,episodi, l'arto superiore e il piede ven gono percepiti ancora come due elementi estranei e co munque non come parti integranti del corpo. Ananiev osserva che finché un organo non ha rag giunto pienamente il suo stadio funzionale « non è an- 87 �
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