Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976
età dinanzi allo specchio si possono far risalire, nel- 1'ambito della psicologia, ad un arco di tempo di quasi cento anni. Lo stesso Lacan peraltro nello scritto citato richiama i nomi di Baldwin, di Koehler, di C. Buhler, ai quali si possono aggiungere quelli di Preyer, di Guil laume, ma sopr.attutto quello di H. Wallon. L'introduzione lacaniana è quindi del 1936; il saggio più completo e più approfondito sull'argomento, a no stro avviso, è appunto quello di H. Wallon, comparso nel 1931 sul Journal de Psychologie. Lacan non cita que sto saggio nella sua Comunicazione ma, data la vicinanza anche temporale della comparsa dei due lavori - lo scritto di Wall�n (1931) e l'intervento lacaniano (1936) - appare quanto mai interessante, per procedere ad una discussione compiuta dello stadio dello speo_s1iio, rifarsi all'analisi di Wallon, non trascurando gli accenni neces sari ricavabili dallo studio di altri autori. Ripercorriamo, in un'analisi più dettagliata, gli aspetti fondamentali connotanti lo stadio dello specchio. Esiste, come nota Wallon, una notevole concordanza nelle osservazioni compiute dai vari autori. Lo scopo delle osservazioni è di stabilire in qual modo il bambino riconosce il suo aspetto extraccettivo, così come gli viene rinviato dall'immagine speculare. Il pro cesso si scandisce in due tempi apparentemente semplici: percepire l'immagine, riferirr-la a se stessi. Di fatto, come osserva Wallon, « le tappe sono molto diverse e molto più complesse». Anzitutto ritorniamo brevemente sul fenomeno del corpo a pezzi, per fissarne il problema nella sua gene ralità, rinv1ando altresì per una trattazione più articolata al lavoro di Wallon 8 • Dalla nascita ai due-tre anni, il !bambino si trova nella situazione di doversi liberare da uno stato persistente di asinergia che interessa in senso intraspecifico ed inter- 85
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