Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976
te o cia, in una successione di immagini altrettanto sco ordinate. L'accenno all'anticipazione mette in rilievo una situa zione alquanto paradossale per il bambino che si spec chia, situazione che d'altronde si pone come l'inizio del l'iter all'interno dello stadio: uno scollamento quindi tra il proprio corpo, vissuto come a pezzi, e la perce zione nello specchio di un altro intero. Questo altro intero peraltro ,è diverso da tutti gli altri interi in quanto è solo ,lo speochio che lo rende acoessibile nella sua vir tualità. Dato che il bambino non si conosce come corpo, la propria immagine gli rimanda l'immagine di uno sconosciuto, non soltanto diversa dalle persone che il bambino conosce, (la , madre, . un parente, lo sperimenta tore) ma diverso anche da qualsiasi altro sconosciuto reale che può riflettersi nello speochio. La caratteristica fondamentale del personaggio riflesso (l'immagine pro pria del bambino) è la sua irreperibilità nello spazio reale: è presente solo nell'immagine speculare che pe raltro mantiene, per il bambino, il carattere di realtà. Occorre, per megliio capire la situazione descritta e l'in tero processo all'interno dello stadio, tenendo conto anche dei necessari rimandi cronologici nella fase dello sviluppo, riprendere il discorso articolandolo all'interno degli studi sia teorici che sperimentali compiuti in que sto campo. J. Lacan apre la Comunicazione precedentemente ci tata nel seguente modo: « La concezione dello stadio dello specchio, da me intrndotta al nostro ultimo Con gresso, tredici anni fa, più o meno entrata com'è da al lora nell'uso del gruppo francese, non mi è sembrata indegna di' essere richiamata alla vostra attenzione » (6, p. 87). L'introduzione di tale tema riguarderebbe quindi l'am bito psicoanalitico franoese, mentre gli studi sulle rea zioni dei neonati e dei bambini sino a due-tre anni di 84
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