Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976
sperando della restaurazione napoleonica, il contadino francese perde la sua fiducia nella sua piccola proprietà terriera, rovescia tutto !l'edifizio statale costruito su quella piccola proprietà, e la rivoluzione proletaria realizza così il coro senza il quale, in tutte le nazioni contadine, il suo «a solo» diviene un canto funebre». 157 Cfr. MARX-ENGELS, India Russia Cina, a cura di B. Maffi, p. 312. 88 V.I. LENIN, Opere Complete, vol. XXXI, o. 166. 89 K. MARX, Lettera a Vera Zasulic, «Abbozzi preliminari», in India Russia Cina, p. 312. 90 V.I. LENIN, 0.C., vol. XXXILI, p. 389; cfr. anche O. AN WEILER, Storia dei -?oviet, Bari, 1972, p. 439 e E.H. CARR, Il socia lismo in un solo paese, 1Politica interna 1924-1926, p. 780. 91 V.I. LENIN, Opere Complete, vol. XXXII, p. 364. 92 Cfr. GIULIANO .PROCACCI, Jl partito nel sistema sovietico, 1917-1945, in «Critica marxista», anno 12, n. 1 (genn.-febbr. '74), pp. 82 e ss., 86 e 114. 93 Il compito economico del controllo sulla produzione è senza dubbio l'ossessionante - refrain di molte allocuzioni leni niste; ofr., per es., Le Opere, pp. 1030, 1561 e 1567 («La Ubertà di commercio è capitalismo, il capitalismo è speculazione... [ergo:] ... la lotta contro la speculazione dev'essere trasformata in lotta contro l'appropriazione indebita e contro l'elusione del l'ispezione, deH'inventario, del controllo statale. Con tale con trollo noi incanaliamo il capitalismo, inevitabile in una certa misura ed a noi necessario, nell'alveo del capitali�mo di iStato»). Cfr. anche «Will the Bolsheviks Maintein State . Power?», in LENIN, S.W., vol. VI, pp. 267-268: «Il problema centrale non è quello della confisca della proprietà capitalistica, ma quello del controllo generale sui capitalisti da parte del complesso delle masse operaie...». Sulla «necessità di disporre di un maggior numero di impiegati», cfr. anche LENIN, Opere, trad. inglese, vol. XXVI, pp. 105-107. 94 V.I. LENIN, Opere Complete, vol. XXXII, p. 306. 95 Ibidem, p. 366; in questo senso, appunto, ci sembra che debba essere intesa la giustissima frase di Procacci, secondo cui « l'ultima battaglia di Lenin rischia di trasformarsi in un coeffi ciente di accelerazione delle tendenze in atto che si propone in vece di contrastare» (G. -PROCACCI, op. cit., p. 112). Cfr. anche LENIN, Socinenija, XXII, 50, donde si ricava che, fin. dal 1917, la parola d'ordine dei bolscevichi .fu: «aiutare il contadino sfrut tato, non danneggiare il contadino medio e controllare il conta dino ricco». 96 Come si vede, la nostra interpretazione dell'involuzione burocratico-tecnocratica dell'URSS è, al tempo stesso, «più» e «meno» sovrastrutturale di quella recentemente fornita da G. Procacci: «meno», perché cerchiamo di aggrapparci con tutti i tentacoli ad una analisi (peraltro difficilissima) dei RP savie- 80
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