Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976

cui parla Giuliano Procacci) 92 sono, infatti, imputabili, in ultima istanza, ad un errore di «politica economica». La coercizione (nel settore economico ) implica, cioè, il potenziamento dell'apparato coercitivo, così come la generalizzazione del rapporto di scambio, in uno Stato che tende a costituirsi come «proletario», si converte necessariamente nell'intensificazione della sorveglianza economica e del « controllo » sulla produzione 93 • Non deve stupire, pertanto, che Lenin si trovi con­ tradditoriamente costretto, da un lato, a favorire la «libertà di commercio per la lotta contro ila burocra- zia» e, dall'altro, ad '« allargare la cerchia degli im­ piegati statali occupati nell'edificazione economica» 94 o, addir.ittura, (come nel marzo del '19) a prendere aperta­ mente posizione a favore delle tesi elaborate da Tr o tsky sulla «mi,litarizzazione del partito» o sulla necessità di «militariz2are Je grandi masse dei contadini che erano state reclutate in base al principio del servizio del la­ voro» 95 • Qui culmina, in summa, Io stravolgimento te o rico d'impronta secondinternazionalistica 96 • C.V.D., la lezione fondamentale fornita dalla «nemesi» immanente al le­ ninismo (e alle sue appendici staliniane, krusceviane, libermaniane etc.) è che bisognerebbe «stabilire una multa» per ogni volta che viene mitiz2ato lo sviluppo delle FP e vengono usati, in senso «assoluto», termini come «necessario» e «necessità». Se poi qualcuno volesse obiettare, in extremis, che è stato soprattutto il «movente della sicurez2a, o della spinta a mettersi alla pari con l'Ocddente mediante l'in­ dustrializzazione rapida» 97 a :sollecitare la revisione del «verbo» marxiano in senso meccanicistico o fatailistioo, si appiglierebbe disavvedutamente ad un argomento quanto mai fragile e pretestuoso - e,_ in verità, non molto diverso da quello che il Cavaliere Errante snoc­ ciola al cospetto di Sancio Panza, tirando in ballo le 69

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