Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976

questione contadina in Francia e in Germania ». Al fine di spiegar,e « perché allora i contadini erano soliti guar­ dare alla socialdemocrazi:a come al loro peggior ne­ mico », egli non ,solo sostenne che «·ciò dipendeva dal fatto che nei programmi dei socialdemocratici figurava la nazionalizzazione della terra e i contadini temevano di perdere la poca terra che possedevano» 63 , ma sog­ giunse: « Qual'è la nostra posizione nei confronti dei piccoli contadini? E come dovremmo comportarci nei loro confronti il giorno in cui il pot; ere statale sarà nelle nostre mani? In primo luogo è assolutamente giusta 1a frase con­ tenuta nel programma francese: che prevediamo l'ine­ vitabile -scomparsa del piccolo contadino, ma che non siamo in al.cun. caso chiamati ad accelerarla con. inter­ venti da parte nostra. In secondo luogo è altrettanto comprensibile che, quando il potere statale sarà nelle nostre mani, non potremo pensare - di espropriare forzatamente i p i ccoli contadini (con o senza indennizzo), come invece siamo costretti a faJ1e con i grandi proprietari terrieri. Il nostro ,compito nei confoonti dei piccoli contadini con­ siste innanzitutto nel trasferire la loro impresa privata e la loro proprietà in . un'impresa e in una proprietà cooperativa, non con la forza, ma con l'esempio e of­ frendo un aiuto sociale a questo fine. E in tal modo disponiamo effettivamente di mezzi a ,sufficienza per prospettare al piccolo contadino dei vantaggi che già ora gli dovrebbero apparire accettabili... In tutto ciò il problema centrale rimane quello di far comprendere ai contadini che possiamo preservare il loro possesso della casa e dei campi solo trasforman­ dolo in possesso -e in impresa cooperativa. E proprio l'economia individuale determinata dalla proprietà indi­ viduale che spinge i contadini alla rovina. Se insistono nel preservare J'impresa individuale, essi verranno ine- 60

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