Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976

delle imposte, etc. - sotto i:l dominio diretto del pro­ prietario reale (che è lo Stato) 60 • · Non deve quindi sorprendere se la campagna sovie­ tica diventa, con l'andar del tempo, un terreno dove sempre più apertamente germogliano fa diffidenza e la opposizione nei confronti del regime. I,l Carr, del resto, ha già ampiamente documentato e sottolineato « come i contadini fossero ben lungi dall'offrire il loro spon­ taneo appoggio alfa creazione di grandi unità produttive agricole... La campagna per lo sviluppo dell'agricoltura su larga scala era un fatto esclusivamente cittadino ed era sostenuto dagli ambienti ufficiali. Né è difficile im­ maginare i sentimenti di chi era chiamato a sacrificare i propri sogni di piccolo proprietario contadino, per lavorare come « proletario agricolo » in una fattoria so­ vietica. Ma la guerra civile fece passare in secondo piano ogni questione e la resistenza e l'ostruzionismo dei con­ tadini impedirono praticamente qualsiasi sviluppo delle fattorie sovietiche e delle altre fattorie collettive » (con­ fermando il « totale insuccesso >> del,la politica agricola bolscevica) 61• y) « Il proletariato - scrisse Marx - (poiché il contadino proprietario non appartiene al proletariato e anche quando, per la sua situazione, vi appartiene, non crede di appartenervi) deve, carne governo, prendere delle misure in seguito alle quali il contadino migliora immediatamente la sua situazione ed è così conquistato alla rivoluzione; misu:rie che tuttavia, in embrione, faci­ litano il passaggio dalla proprietà privata delila terra alla proprietà coìlettiva, in modo che il contadino vi pervenga economicamente da sé, senza urtarlo di fronte col proclamare, ad esempio, l'abolizione del diritto di eredità o l'abolizione della sua proprietà » 61• Analogamente, nell'ultimo anno della sua vita, F. Engels censurò ·senza mezzi termini il progetto di nazio­ nalizzazione della terra con un lungo articolo su: « La 59

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