Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976
nerna d'arte, il cinema di qualità. Ingmar Bergman, Jean Marie ,Straub. Artisti, non schiavi del mercato come noi. Beati voi che avete Ermanno Olmi (pronunciato ·«Erma no» con ,grande enfasi ·sula «a») che è così disinteres sato, così puro (pronunciato «piuro», con grande en fasi sulla «u» francese). Siamo ancora dunque alila pura fenomenologia. Magari anche inconsapevole. Siamo coordinatori della sezione cinematografica . del Museo di Boston e sospiriamo per l'Europa (che fanno i francesi? che dicono i francesi? che scrivono i francesi? con il terrore di dover affrontare la lettura ancora di un Lacan, ancora di un Deleuze, simulltando rispetto, ireprimendo irritazione). Possiamo organizzare ,una rassegna ispirata intelligentemente al l'artigianato, al grande artrgianato di Holl yw ood, e so gnare 11'·«auteur» Erimanno Olmi. Evidentemente manca a questo fenomeno una forma di consapevolezza dispie gata, razionalm e nte motivata. Per averla, bisogna aspettare l'autunno avanzato, quando arriva nelile librerie un volumetto che non rag giunge le dueoento pagine, scritto in modo elegantemente semplice, sprovvisto del più prccolo aJOcenno di note. E' il libro che aspettavamo. E' l'«America al cinema» («America in the movies») di Michael Wood (New York, 1975). Dalle colonne della «New York Review of Books», il giornale dell'establishment intellettuail-radicale new yorchese di cui IMrchael Wood è collaboratore, era trape lato qualcosa ,di questo libro. Ma non che è dedicato alla memoria di Ronald Colman (il protagonista di «Orizzonte perduto», ii.l viaggiatore incantato di Shangri là). Ma non che ha un sottotitolo stupendo «Santa Maria, it had silipped my o:nind». E' la frase che pronuncia Tyrone 1 Power ne « Il segno di Zorro» di Ruben Ma moulian (1940) quando un suo coHega - un cadetto del- 1'Accademia Militare di Madrid come lui - ,lo interpella: 193
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