Il piccolo Hans - anno III - n.10 - aprile-giugno 1976

cultura». Ora, Hollywood ha sempre fatto dei film su Holl yw ood; ha sempre prodotto un suo metalinguaggio (c'è adesso un ilibrone enorme che lo documenta: Rudy Behlmer e Tony Thomas « HoLl yw ood's Hollywood», New York, 1975), e quanto a definire tutto questo « mezza cultura» bisogna proprio essere epiigoni degli epigoni di Adorno - adornamenti da rotocalco - per poterlo dire. Quel trasferimento dell'attenzione dai registi agli attori nasconde, nel suo piccolo, una domanda impor­ tante; che non solo gli spettatori della te1evi ' siione si pongono: chi li ha fatti questi film? Chi sono gli autori? Non certo i grandi registi, gli « auteurs», come si pen­ sava dieci quindici anni fa, quando Andrew Sarris portò a New York la · « politique» dei « Cahiers du Cinema»: « cherchez l'auteur». A furia di cercare, rimane oggi forse un solo film (« Citizen Kane») i1l cui autore è cer­ tamente il regista (Orson Welles). E gli altri, tutti gli innumerevoli altri, chi li ha fatti? C'è chi dice: li hanno fatti gli 'Sceneggiatori. Ed ecco Richard Corliss ride­ scrivere audacemente un bel pezzo di storia del cin e ma e1encando (« Talking Pictures », New York, 1974) i « film di Ben Hecht »; i « film di Howard Hoch»; i « film di Nunnally Johnson»; i ·« film di Dudley Nichols», perso­ naggi - tutti - che per il cinema hanno scritto, non hanno mai toccato la macchina da presa. Li hanno fatti un po' tutti , dicono Bernard Rosen­ berg e Harry Silverstein ( « The Real Tinsel », New York, 1970), 1 lavorando insieme tin bell'armonia: il direttore ese­ cutivo e il responsabi1e della pubblicità; gli attori e i cascatori (« stuntmen»), i cameramen, i tecnici del suo­ no, i manipolatori delle musiche. E' la '« palitique des collaborateurs », contrapposta ,scherzosamente ailla « po­ litique des aiuteurs », e che autorizza il paragone con le grandi cattedrali anonime del medioevo: « Charade » come Chartres... 191

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