Il piccolo Hans - anno III - n. 9 - gennaio-marzo 1976
cui le tendenze represse e le tendenze alla repressione si fondono per produrre il linguaggio come sintomo, o il sintomo come linguaggio. «Solo ciò che è represso è simbolizzato; solo ciò che è represso ha bisogno di tra sposizione simbolica» 3 0: tutto il mondo verbale simbo lico è dunque mondo erotizzato, mondo di «idee pri mordiali, investite di un forte interesse primario» 31 ; la modalità simbolica si sviluppa secondo una duplice relazione, una oggettiva (o di contiguità) in cui !'-idea viene messa in rapporto al simbolo perché entrambi partecipano di simili attributi materiali; una soggettiva (o metaforica), in cui quello che conta è l'attitudine mentale, in qualche modo simile nei due casi. Il corpo è l'oggetto in questione: perché ciò che è realmente rimosso dal mondo è il corpo. Il corpo è ciò che è stato ritirato dal mondo («ce que '1'on a voulu refrrer du monde»); il corpo è ciò che bisogna far rientrare, sans hallucination 32 • E' del corpo che il poeta parla, the cureless counteà body, this big purse of my body. E' il suo corpo che il poeta offre («Questa carne che spezzi, questo sangue a cui lasci devastare le vene erano un tempo frumento ed uva, nati da radice e da linfa sensuali. E' il mio vino che bevi, è i,l mio pane che addenti.») 33 , perché sia man giato. 11 vero corpo è i,l corpo addentato, ferito (« with the wound in the throat, buillling and turning») 34 , il corpo moi;celé. Il corpo mistico. Tutta una tradizione platonica, oon la sua dicotomia tra anima e corpo, e oorrispondentemente, tutta una concezione della poesia come sede privilegiata di valori incorporei, antagonistici alla volgarità del mondo (l'ani ma), viene bruciata al falò della peste. La cultura affer mativa dell'anima (Kultur), che dell'anima esalta la forza di «negazione», sta ancora dentro quella tradizione, e quell'equivoco. Non l'anima, invece, ma il corpo nega la sublimazione. E' il corpo che bisogna far rientrare. An- 132
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