Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975

Dalla teoria descrittiva alla teoria Tuttavia, di nuovo, come abbiamo fatto notare a proposito del1a metafora dell'edificio (infrastruttura e sovrastruttura), questa presentazione della natura dello Stato resta in parte descrittiva. Poiché avremo più volte l'occasione di usare questo aggettivo (descrittivo), è necessaria quaJ1che parola di spiegazione, per togliere ogni equivoco. Allorché diciamo, parlando della metafora delil'edi­ ficio, o parlando della «teoria» mairxista dello Stato, che sono concezioni o rappresentazioni desc r ittive del loro oggetto, non abbiamo 1aJkun secondo fine critico. Al contrario, abbiamo tutte ,le ragioni di pensare. che le grandi scoperte scientifiche non possano evitare di pas­ sare attraverso la fase di quella che chiameremo una « teoria » descrittiva. Essa costituirebbe la urima fase di ogni teoria, almeno nel campo che ci interessa (quello della scienza del1e formazioni ·sociatli). Come tale, si po­ treb'be, - e a nostro pa:riere si deve - considerare questa fase come una fase transitoria, neces,saria a11o sviluppo della teoria. Che es.sa sia transitoria, lo inscriviamo nella nostra espressione: «teoria descrittiva», evidenziando, nella congiunzione dei termini che impieghiamo, l'equi­ va!lente di una sorta di «contraddizione». In effetti il termine di teoria «stona» in parte con l'aggettivo «de­ scrittivo» che gli è affiancato. Ciò significa più precisa­ mente: 1) che la «teoria descrittiva» è proprio, senza alcuna possibilità di dubbio, i1l principio senza ritorno della teoria, ma 2) che .la forma «descrittiva» sotto la quale la teoria si presenta esige, per eff.etto stes , so di questa «contraddizione», uno sviluppo della teoria che superi la forma della «descrizione». Precisiamo il nostro pensiero, tornando al nostro attuaile oggetto: lo Stato. Quando diciamo che la «teoria» marxista dello Stato, di 96

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