Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975

Lo Stato La tradizione marxista è formale: lo Stato è conce­ pito esplidtamente fin dal Manifesto e dal 18 Brumaio (e in tutti i testi classici ulteriori, innanzitutto di Marx sultla Comune di Parigi, e di Lenin su Stato e Rivolu­ zione) come apparato repressivo . Lo Stato è una «mac­ china» di repressione, che consente alle classi domi­ nanti (nel XIX secolo, ailla classe borghese ed alla «classe» dei grandi proprietari terrier,i) di assiourare il loro dominio su�la classe operaia per sottometter1a al processo di estor-sione del plus-valore (cioè allo sfrut­ tamento capit•ailistico). Lo Stato è allora, prima di tutto, ciò che i classici del marxismo hanno chiamato l'apparato di Stato. . Si intende con questo termine: non soltanto l'apparato specializzato (in senso 1stretto) di cui abbiamo ricono­ sciuto l'esistenza e la necessità a partire dalle esigenze della pratica giur.idica, cioè la polizia - i trìbunali - le prigioni; ma anche l'esercito, che (il proletariato ha pagato col suo sangue questa esperienza) interviiene di­ rettamente come forza repressiva d'appoggio in UJltima istanza quando la polizia, ,ed i ,suoi corpi ausiliari spe­ cializzaJti, sono «travolti dagli eventi»; e a;l di sopra di questo complesso il capo dello Stato, il govemo e l'amministrazione. Presentata sotto questa forma, la «teoria» del,lo Stato marxista-leninista perv.iene all'essenziale, e non è possibile neppure per un istante non prendere coscienza del fatto che l'essenziale sta proprio qui. L'apparato di Stato, che fa dello Stato la forza di esecuzione e di intervento repressivo, «al servizio deUe classi domi­ nanti», nelila lotta di classe condotta dalla borghesia e dai suoi alleati contro il proletariato, è lo Stato bell'e buono, e definisce completamente la ,sua «funzione» fondamentale. 95

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