Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975

tracciati - come presenza dichiarata dei fatti prodotti e progetto dei fatti da produrre, sono comunque segni nel 'tessuto ', nel divenire, nelle possibilità di divenire della storia: non possono essere ripetuti, come gli altri, nel tempo: questo li dimostra e li supera. Può bastare che si parli della poesia: non può bastare che si parli, come ne parla Debray, de1la rivoluzione, se la critica del , le armi non è destinata a cambiare il suo mondo, il continente. Questo destino del discorso - almeno nella forma e nella misura delila intenzionailità - esprime ,la sua di­ v,ersa « tensione differenziale». Debray si preoccupa della strategia del segno, delle autorita , rie regole combinatorie del « campo semantico». A Contini basta che i seg:ni siano precisi e si scambino puntualmente neil,la sua fenomenologia. Il discorso di Debray controlla i propri termini, sugli inizi, perché non mantengano rapporti esterni e indifferenti con gli oggetti reali, e come abbiamo visto, ancora sugli inizi, sottopone a revisione una quan­ tità del lessico e alcune formule, per dissiparne i , l potere 'mistificatorio'. La ariJtica delle armi invoca, per il suo discorso, un « contenuto di realtà», cont 1 ro l'astra­ zione e ,l'arbitrario del segno azzarda i significati « au nom de la réalité concrète » 13• E' ,giusto che, pur po­ tendo, in nome della realtà dei fatti linguistici, non avverta lo stesso azzardo il metalinguaggio di Contini: non si tratta di un'inerzia, ma di un :appagamento ra­ zionaile lucido, in cui riposano l'astrazione e l'arbitdo di un sistema che par,la il'arbitrario e l'astratto di un altro sistema linguistico. Ma nel denunciare ,le « combinazioni variabili» delle formule che « soppiantano l'analisi dei fatti», Debray ha scoperto la regala fondamentale del gioco, la règle du jeu des signifiants, la règle du jeu de la valeur d'é­ change, « contenus matériels de production ou contenus immatériels de signification, peu importe» 14 ? Ci sa- 63