Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975

blica ritorna ritmicamente con il ,leitmotiv della terra non « rispettata», non lasciata in riposo; poiché non avete rispettato quel tempo morto, io vi disperderò su terre nemiche e « la nostra terra» lo pagherà con un tempo di morte... Aggiungiamo che la materia da godere nella famosa aUeanza tradita è 1a terra (promessa) e la focondità della tribù, la sua riproduzione allargata. Ogni godimento ,in questa economia è materializzato in ter­ mini di fecondità. Ma nella Condanna il padre è geloso del figlio che non «lascia riposare sua madre». 3) Ma la questione cruciale sta nel paradosso della funzione paterna e dei suoi effetti quanto all'esclusione o alla «comprensione» in un senso comune. Per quale tenacia narcisistica può il figlio sostenere a braccia tese questo padre incerto per renderne così l'omicidio non meno tentante che impossibile? Si può pensare che gli sia insopportabile di « discendere» da ciò, da tale «ve­ scica» sfibrata ed esplosiva di cui tuttavia la protezione gli feoe sicuramente difetto (c'è sempre carenza del padre) e che preferisca morire per immortafarlo. Ma le cose non sono così semplici: nei due casi lo sbocco indicato è duplice: angoscia (vuoto, smarrimento) o imputabilità. Cosa che in ogni caso vieta di ridurre H testo di Kafka a una testimonianza della contraddizione che sarebbe stata fondamentale nella ,sua vita, tra una posizione di «escluso» e un'altra in cui manterrebbe la « sovranità dell'infanzia» di fronte ai valori , dell'efficienza nel com­ mercio, del successo, del denaro del « ciò funziona» presentificati da suo padre 16• Sarebbe semplicistico perché, oltre al fatto che la comunità praghese del padre viveva nella denegazione deH'esdusione, i,l bambino «,sovrano» riluttante all'azio­ ne, allo «scopo», e all'efficienza, non perviene a soste­ nere l'estraneità della sua autonomia (è da un altro che ha il ·suo nome ed è nel nome�del-padre che eg,li si dibatte). La questione che Kafka porta suHe spalle nella 257