Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975

una volta, i termini del patto: se voi seguite le mie ,leggi tutto andrà bene per voi, se no, ecoo a che cosa vi condanno. Il primo tema è alquanto succinto: del ,resto che dire e che scrivere a gente che è nello $:critto e che segue il desiderio della sua divinità? Eppure, alcuni termini di questa « benedizione» sono singoÌari finanche nel re­ gistro dell'ordinario (v. 3). « Se voi seguite le mie leggi... »; di fatto questo termine deferisce al filo di una scrittura ben al di là della menzione scritta di una legge che ne sarebbe l'enunciato; è una sorta di enunciazione di scrit­ tura a essere invocata. Legge rappresenta qui non tanto un ordine prescritto quanto un limite nella misura in cui essa viene a inscriversi, passaggio, rigatura, tratto vuoto; parola-cosa (dabar) che mette un termine a una erranza come marca che ·si può fissare (anche di sguardo) e seguire alla traccia; con ,la parte d'imprevisto per cui queste tracce ricordano che sono l'invenzione di un desi­ derio: se voi seguite il mio disegno... Del resto, un altro termine per designare la legge (Tora) invoca implicita­ mente la scrittura piazzandosi al crocicchio in cui qual­ cosa è dato da vedere, reso chiaro, insegnato (quel che in francese comporta anche una messa aH'insegna), anco­ rato a una fissazione primordiale. Si noti inoltre che « teorema», che fa legge matematica e non si sostiene eh� scritto, rinvia alla contemplazione di ciò che si dà a vedere (teorein, in greco), a una mostra in cui un mostro reale emerge allo sguardo del simbolico che lo dimostra, e ciò per un gioco di scrittura. Ricordiamo in ogni caso che la ,legge in questione !interroga d'acchito un'esperienza di scrittura e poi il supporto della « terra­ madre», fecondata, morta, o resa des·erta ecc... e poi ciò che non si può scrivere, vuoto folle o beanza del rapporto s·essuale. Dunque se la tribù da , rà seguito al suo scritto, allora, massimo beneficio, vi sarà per essa (v. 4-5) continuità 24-3

RkJQdWJsaXNoZXIy