Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975

che le basi e le forme successive dell'organizzazione del processo di produzione (dalla manifattura alla grande industria) non erano nient'altro che le basi e le formè successive dell'esistenza materiale e storica dei rapporti dì produzione capitalistici. Separare le forze produttive dai rapporti di produzione è dunque un errore econo­ micistico e tecnocratico. Quel che esiste è l'unità (ten­ denziale), in forme materiali di esistenza, delle forze produttive e dei rapporti di produzione, sotto il dominio dei rapporti .di produzione. Se le cose stanno così, non esiste produzione «pura», e neppure economia «pura». Con i rapporti di produ­ zione, le classi antagonistiche sono presenti sin dal pro­ cesso di produzione. Con questo rapporto di classi anta­ gonistiche sono gettate ,le basi ddla lotta di classe: la lotta di classe è materialmente radicata nella produ­ zione stessa. Lotta di classe: lotta della classe capitalistica per sfruttare la olasse operaia, lotta della classe operaia per resistere allo sfruttamento di cui è vittima . E tengo a precisarie che la lotta di classe non è a senso unico: la lotta di classe -capitalistica si è esercitata sulla olasse operaia, con una ferocia straordinaria, ben prima che la olasse operaia cominciasse a rispondere, a mobilitarsi e a ingaggiare le sue grandi battaglie storiche. La lotta di classe capitalistica non è mai cessata: fa parte del sistema stesso del modo di produzione capitalistico. Ma non è tutto. Nessuna società esiste, cioè dura nella storia, se non a condizione di riprodurre, produ­ cendo, le condizioni materiali e sociali della sua esistenza (della sua produzione). Ora le condizioni dell'esistenza della società capitalistica sono le condizioni dello sfrut­ tamento che 1a classe capitalistica fa subire alla classe operaia: la classe capitalistica deve riprodurle a ogni costo. Per comprendere Il Capitale bisogna dunque ele­ varsi al punto di vista della riproduzione: si vede allora 168

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