Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975

del nostro piccolo teatro teorico, abbiamo dovuto pre­ sentare le cose sotto forma di sequenza, con un prima e un dopo, dunque sotto forma di successione temporale. Ci sono degli individui che passeggiano . Da qualche parte (in genere, altle loro spalle) risuona la chiamata: « Ehi tu!». Un individuo (nel 90% dei casi è colui che è preso di mira) si volta, credendo�supponendo-s:apendo che si tratta di lui, quindi riconoooendo che « è proprio 1 lui» che l'interpellare ha preso di mira. Ma nella realtà le cose accadono senza ;successione alcuna. L'esistenza del­ l'ideologia e l'interpelilare gli individui in quanto soggetti sono una sola e medesima cosa. Possiamo aggiungere: ciò che sembra così accadere fuori dall'ideologia (più precisamente per strada) avviene in realtà nell'ideologia. Ciò che ,avviene in realtà nelil'ideo­ logia sembra dunque accadere fuori di essa. Questo è il motivo per cui coloro che ,sono dentrn l'ideologia si credono per definizione fuori di essa: uno degli effetti dell'ideologia è proprio la denegazione pratioa del carat­ tere ideologico dell'ideologia, da parte dell'ideologia: l'ideologia non dice mai « io sono ideologica». Bisogna essere fuori dell'ideologia, cioè nella conoscenza scienti­ fica, per poter dire: io sorno nell'ideologia (caso comunque eccezionale) o (caso generale): ero nelil'ideologia. Si sa benissimo che l'accusa di essere nell'ideologia vaile :solo per gli altri, mai per se stessi (a meno di non essere veramente spinpzisti o marxisti, cosa che, su questo punto, · ha esattamente lo stesso significato). Il che ci port•a a dire che l'ideologia non ha un fuori (per sé), ma nello stesso tempo che essa non è che fuori (per la scienza, e la ·reailtà). Tutto questo, Spino:ca l'aveva spiegato perfettamente duecento anni prima di Marx, che l'ha praticato, ma senza darne spiegazione nei particolari. Ma lasciamo questo punto, per quanto denso di conseguenze non sol­ tanto teoriche, ma di,rettam e nte politiche, poiché da 132