Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975

tuendo i soggetti concreti in soggetti, mi servirò dj un particolare metodo di esposizione: abbastanza « con­ creto» da essere riconosciuto, ma sufficientemente astrat­ to da essere pensabile e pensato, dando luogo ad una conoscenza. Dirò con una prima formula: ogni ideologia inter­ pella gli individui concreti come soggetti concreti, me­ diante il funzionamento della categoria di soggetto. Ecco una proposizione che implica che noi distin­ guiamo, per il momento, gli individui concreti da un lato, e i soggetti concreti dall'altro, benché non esista, a questo 1livello, un soggetto conc:rieto che non sia soste­ nuto da un individuo concreto. Suggeriamo allora che l'ideologia « agisce». o « fun­ ziona» in modo tale da «reclutare» dei soggetti ka gli individui (li recluta tutti), o da «trasformare» gli in­ dividui in soggetti (li trasforma tutti) mediante questa operazione molto precisa che chiami:amo « l'interpellare», che ci si può raffigurare sul tipo del più banale inter­ pellare pol'iziesoo (o meno) di tutti i giorni: «ehi, Lei, laggiù!» 17 • Se supponiamo che la scena teorica immaginata abbia luogo per strada, l'individuo interpdlato 1si volta. Con questa semplice rotazione fisica di 180 gradi, diventa soggetto. Perché? egli ha riconosciuto che il Tichiairno era di!retto « proprio» a lui, e che « era proprio lui ad essere interpellato» (e non un altro). L'esperienza di­ mostra che 1e telecomunicazioni pratiche .ddl'tnterpeLlare sono tali, che l'interpellare non manca praticamente mai il suo uomo: richiamo verbale, o colpo di fischietto, l'in­ terpellato riconosce sempre che era proprio lui ad -essere interpellato. E' comunque un fenomeno ,strano, e che non si spiega, malgrado il gran numero di persone che « hanno qualcosa da rimproverarsi», con il solo « senso di colpa». Naturalmente, per comodità e chiarezza d'esposizione 131

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