Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975
continua ecc. Se crede nel Dovere, terrà i corrispondenti comportamenti, inscritti in pratiche ,rituali, , «conformi ai buoni costumi». Se crede nella Giustizia, si sottomet- terà senza discutere alile r,egole del Didtto, e potrà per sino prntestare quando queste siano violate, firmare pe tizioni, prender parte a manifestazioni, ecc. In tutto questo schema, constatiamo dunque che ia rappresentazione ideologica dell'ideologia è essa stessa costretta ,a riconoscere che ogni «soggetto», dotato di una «coscienza», e che creda alle «idee» che la propria «coscienza» gli ispira e accetta liberamente, deve « agire secondo ,le sue :idee», deve quindi inscrivere negli atti deiHa propria pratica materiale le proprie idee di sog getto libero. Se non lo fa, «non è bene». l,n realtà, se egli non fa ciò che dovrebbe fare in funzione di quello in cui crede, è perché fa qualcos'altro, cosa che, sempre in funzione del medesimo schema idea listico, , lascia :intendere che egli ha in testa idee diverse da queHe che divutlga, e che agisce secondo queste altre idee, da persona «incoerente» («nessuno è catti , vo vo lontariamente») o cinica, o perversa. In ogni oaso, l'ideologia dell'ideologia riconosce dun que, malgrado la sua deformazione immaginaria, che le «idee» di un soggetto umano esistono nei suoi atti, o devono esistere nei suoi atti, e se ciò non avviene, essa gli presta ahre idee corrispondenti agli atti (anche per versi) che egli compie. Questa ideologia par:la di atti: noi parleremo di atti inseriti in pratiche. E osserveremo che queste pratiche si inscrivono, in seno alla esistenza materiale di un apparato ideologico, fosse anche di una piccolissima parte di questo apparato: una piccola messa in una piccola chiesa, un funerale, un piccolo match in una società sportiva, una giornata di lezione in una scuola, una riunione o un raduno di un partito poli tico, ecc. Dobbiamo d'ahronde aUa «dialettica» difensiva di 125
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