Il piccolo Hans - anno II - n. 6-7 - apr.-set. 1975

rale, e non una teoria delle ideOllogie particolari, che esprimono sempre, quale che sia la loro forma (reli­ giosa, morale, giuridica, politiea), delle posizioni di classe. Dovremo evidentemente impegnarci in una teoria delle ideoilogie, sotto il duplice rapporto che si è indi­ cato . Si vedrà allora che una teoria delle ideologie poggia in ultima analisi sulla storia delle formazioni sociali, quindi dei modi di produzione combinati nei1le forma­ zioni sociali, e delle lotte di classe che vi si sviluppano. In questo senso, è chiaro che non può t,rattansi di una teoria delle ideologie in generale, poiché le ideologie (definite sotto il duplice rapporto sopra . indicato: regio­ nale e di classe) hanno una storia, la cui determinazione in ultima istanza è evidentemente situata fuori delle singole ideologie, pur ,riguardandole. In compenso, se posso avanzare il progetto di una teoria dell'ideologia in generale, e se questa teoria è in effetti uno degli elementi da cui dipendono le teorie delle ideologie, ciò implica una proposizione apparente­ mente paradossale, che enuncerò nei termini seguenti: ! ! ideologia non ha storia. Si sa, questa formula compare per esteso in un passo dell'Ideologia tedesca. Marx ila enuncia a proposito della metafisica che, egli dice, non ha storia più di quainta ne abbia la morale (sottinteso: e le altre forme dell'ideologia). Nell'Ideologia tedesca, questa formula compare in un contesto chiaramente positivistico. L'ideologia vi è concepita come · pura illusione, pur.o sogno, cioè nuJ.la. Tutta la sua realtà è fuori di essa. L'ideologia è dunque pensata come una costruzione immaginaria il cui sta­ tuto · è esattamente simile al fondamento teorico del sogno per gli autori precedenti a FI'eud. Per questi autori, il sogno era ' il risultato puramente immaginario, cioè nullo, dei « residui diurni», presentati in una com­ posizione ed un ordine arbitrari, tailvolta anche « inver­ titi», in b!'eve ·« in disordine». Per loro, il sogno era 116