Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975
ni non erotiche», dovremo leggere Mennschliches come Mannliches, ossia ricondurre la perplessità di Freud a una bisessualità mantenuta daUa donna al di là della castrazione, (che in questa misura «fallirebbe»), bises sualità che non è certo più quella infantile, ma si mani festa come scelta perversa. La «disfunzione» della castrazione femminile rispon de del resto assai bene alle obiezioni tradizionali mosse alla «costruzione teorica» freudiana a partire dalla fre quenza della frigidità femminile o del permanere di una sessualità ditoridea al di là della castrazione. La scelta perversa conosce il suo negativo nella scelta nevrotica della frigidità (cf. 1933, p. 132). Inoltre, e ciò che più conta, la «disfunzione» (che appare più frequente e me no patologica) nella donna è in accordo con la stessa «costruzione teorica», perché la mancanza d'interdetta nella castrazione femminile rende problematico - o ap punto meramente «teorico» - il funzionamento della «costruzione» proposta come normale. S'intende allora l'affermazione nota di J. Lacan: La femme n'ex-siste pas. Che vale: la donna come «costru zione teorica» non accede a,ll'«io di linguaggio» e cioè alla soggettività come l'uomo (il che non è il caso per le donne). Accontentiamoci qui di prendere a prestito da La can la grafia e intendiamo d'ora in poi per La donna, la donna come «costruzione teorica», che non ex-siste se non ad essere «sotto altri aspetti» ein Mi:innliches We sen, ossia ad essere una donna. «Se volete saperne di più attorno alla femminilità (...) rivolgetevi ai poeti» (1933, p. 135). Come intendere infine l'invito di Freud? Sappiamo che la sopravalutazione del,la donna amata ha aperto nel discorso occidentale - dalla poesia cortese alla lirica romantica - uno spazio che chiameremo gene ricamente (con Benveniste) spazio della signifiance. E a 54
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