Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975
che il soggetto, costituito nell'immaginario in (io) rice ve la minaccia e !'interdetto che lo istituiscono nel simbo lico da quell'A ,la cui faccia immaginaria sappiamo essere stata fondante dell'immaginario soggettivo nello « stadio dello specchio ». Con la castrazione al maschietto è proi bita la Domanda a quel grande Altro la cui presenza die tro di lui allo specchio l'aveva posto in (io) sotto il prima to dell'immaginario, e !'interdetto, se ferisce il suo narci sismo, lo fa nell'attimo stesso in cui lo pone nel simboli co come soggetto parlante e gli impone di scivolare sulla catena simbolica verso l'altra donna. Per la bambina in vece l'abbandono della Domanda d'amore al grande Altro immaginario, che allo specchio l'aveva posta in (io), av viene per semplice svalutazione e vendetta, senza che l'al tra faccia dell'Altro, quella simbolica legata alla Legge, entri in gioco. Tant'è che la domanda della bambina all'uscita della castrazione si formula: voglio averlo. Con le parole di Freud: « L'ha visto, sa di esserne priva, e vuole averlo» (1925, p. 252). Solo in un secondo « tempo» il fallo scivolerà lungo la catena simbolica per diventare figlio e sarà chiesto nella situazione edipica al padre. 1 2 3 4 Riassumendo le formulazioni antropomorfiche: Uomo \ Donna (Edipo) voglio essere il pene per la madre (Pre-edipo) Posso perderlo Voglio un'altra donna Non ce l'ho Voglio averlo Voglio avere un figlio dal padre (Edipo) La bambina batte un tempo supplementare che non è il tempo in 4 - parallelo a quello maschile in 3 -, ma appunto quello che si enuncia « voglio avere il fallo», un tempo dove il desiderio dice l'oggetto che ha perso nella castrazione: ed è quanto indica che phi (Phallus) per la 50
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