Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975
di «storicizzazione» dello strutturnlismo psicanalitico. La vagina dunque è «ancora ignorata da ambo i ses si» (1933, p. 118) (anche dal maschietto: la pretesa assurdità che il discorso femminista, confondendo tra simbolico e reale, scopre nel fatto che la bambina ignora di avere una vagina, vale anche per il maschietto, che dei genitali femminili «vede» solo l'assenza). E si pone così il primo compito specifico dello sviluppo sessuale femmi nile come quello di passare dal primato del clitoride a quello della vagina. Il secondo, anch'esso specifico, riguarda l'oggetto. «Anche per una bambina il primo oggetto deve essere la madre» (1933, p. 118): col che si conclude il cammino che abbiamo ripercorso. Se d'altronde è evidente che nel la situazione edipica l'oggetto della bambina deve essere il padre, al cambiamento di zone si deve aggiungere la necessità del cambiamento d'oggetto. Freud cerca allora il «fattore specifico» capace di giustificare il fatto che l'attaccamento della bambina alla madre, contrariamente a quello del bambino che lo situa fin dall'inizio nella situazione edipica, venga meno per dar spazio aH'Edipo. Citiamolo per esteso: «Credo che abbiamo trovato que sto fattore specifico, e invero là dove ci aspettavamo di trovarlo, benché in una forma sorprendente. Dove ci aspettavamo di trovarlo, dico, poiché sta nel complesso di castrazione. Dopo tutto, la distinzione anatomica deve esprimersi in conseguenze psichiche. E' stato, tuttavia, u na sorpresa apprendere dall'analisi che le bambine consi derano la madre responsabile della loro mancanza di pe ne e non le perdonano di essere state così messe in svantaggio. «Come sentite, dunque, noi attribuiamo un comples so di castrazione anche alle donne. E per buone ragioni [le stesse che impongono la scoperta dell'organizzazione genitale infantile], benché il suo contenuto non possa es sere lo stesso che nei bambini. In questi ultimi il com- 46
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