Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975
Ne varietur Nelle tecniche di ricostruzione del testo è depositato un rituale complesso, il cui esoterismo è pagato con la riduzione della critica a filologia e con lo smascheramen to, sempre più diffuso, dell'empiria artigianale che presie de aH'operazione. Il sistema degli errori, di memoria lachmanniana, non è che il riporto della differenza-equi valenza da uno spazio dialettico ad un recinto meccani co, dove il riscontro non serve a penetrare nella logica della trasmissione del testo, ma solo nella istituzione di una serie temporale, nell'acquisto di un punto anteriore, sempre risospinto all'indietro, fino a quel luogo dove ri siede l'inesistente originale. Dalla recensione dei codici alla genealogia del testo il percorso si dirama con un disegno inoppugnabile, nella cui astrazione figurativa dor mono fatiche amanuensi, piacere di letture, glosse, dante sco « rider di carte». L'assenza fisica dell'originale è ampiamente compensa ta dalla materialità dei testi derivati, la cui differenza sancisce l'identità di ciascuno, anzi la resistenza di cia scuno ad essere sorpassato nella valorizzazione di ciò che lo precedeva. Ma la logica della priorità temporale è inesorabile: ogni testo che agli occhi del critico si pone come l'antecedente deve piegarsi davanti ad un altro antecedente, annegare la sua soggettività testuale nel processo di ricostruzione genealogica, e subire la stessa aggressività con cui Don Chisciotte affrontava la seconda parte apocrifa del romanzo, dichiarare la fine dell'artifi cio davanti all'autentico, la vittoria della norma sulla trasgressione, dell'autorità sul sottomesso, dell'istituzio ne sul soggetto. La genealogia del testo richiama nello stesso alveo fa miliare tutti i prodighi sparsi nelle biblioteche del mon- 180
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