Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975
Confidente dei progetti dell'autore, delle sue ansie, raccoglie l'autoanalisi, i miti d'infanzia, il tema ossessivo. Ma lo spazio del testo, divenuto confessionale e divano psicanalitico, dà a questa confidenza l'ambiguità malizio sa di chi finge l'abbandono e mantiene integra ila sua differenza. E' a questo punto che si frantuma la critica come « coscienza dell'opera». La linea critica che da Charles Du Bos conduce per vie fenomenologiche a Char les Poulet può invocare all'infinito lo spazio dell'opera co me il luogo dove la coscienza dell'autore comunica con Ja coscienza del critico; e la critica «esegetica», nei pochi e ignorati o avversati exempla novecenteschi, può richiede re un accrescimento di « vita morale» che dall'autore andrebbe verso il critico, e che sarebbe inverato nella vi ta quotidiana, trasformando così il testo in uno specchio penitenziale e in una Imitazione di Cristo, « le départ de l'image» nel biblico initium sapienti:ae. Queste invocazio ni e richieste di rapporto sono fa spiritualistica sublima zione di un rapporto reale: nella scrittura si istituisce un rapporto sociale tra autore e critico. La scrittura è un rapporto sociale, scrivere è produrre rapporti sociali. Per questo il testo è merce. E solo attraverso la critica dell'economia politica si può comprendere-negare il rap porto sociale autore-critico nel testo materializzato. Ma, in assenza della critica dell'economia politica del testo, tra l'autore e il critico corre una linea di complici tà e confidenza, un patto sociale su cui prende vigore l'istituzione della critica, la disciplina accademica, la «querelle» dei metodi. In questa complicità l'immagine dell'autore, a lungo esorcizzata, ritorna con la forza che i fantasmi parentali hanno nella vita dell'adulto. Lo spettro dell'autore si sottrae, dopo essersi conces so, ad ogni sguardo familiarizzato, perchè la sua ricompo sizione in biografia appare subito artificiale e fittiziamen te rassicurante: resta frantumato nell'io-scrivente, am miccante dietro ogni metafora, sul testo incombente con 177
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