Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975

Conquistata è la produzione di un altro testo per inter­ vento censorio della critica tormentosamente introiettata dall'autore, e le differenze linguistiche e tematiche tra i due testi avrebbero alimentato un'altra storia di censure, non istituzionali, ma esegetiche. Ma con la «diversione», provocata dalla civiltà della tecnica nei confronti dell'opera, il sistema della censura lascia che qualche critico solerte si occupi di cercare «l'aura» nel fango, e non più custodita nelle celle dei tribunali censori. Proprio tale «diversione» ha trasferito nelle comuni­ cazioni di massa le istituzioni fisico-giuridiche della cen­ sura (le forbici e il sequestro), permettendo che in que­ sto modo apparisse nella sua feroce evidenza H sistema della censura iscritto nell'orizzonte interpretativo del cri­ tico. Ma fuori del soggetto del critico, nel sistema della critica, l'interdizione è un meccanismo di controllo socia­ le istituzionalizzato. Da L'ordine del discorso di Foucault si tratta di assumere l'avvio per i pochi cenni che qui si possono fare (ed ecco la prima, più ovvia, interdizione: nella parentesi voler dire e invece non dire la lunga serie di exempla che attraversano il campo in questione, cam­ po delimitato, anch'esso, dalla interdizione specifica del­ la disciplina; e subito richiudere, piegandosi al dominio dello schema, del genere, della logica mezzo aforistica e mezzo metaforica di questo «rovesciato» trattatello sul­ la critica). Foucault parla del commento, dell'autore, della disci­ plina. Restiamo (altra interdizione) al commento, cioè al discorso fondato sullo scarto tra il testo, detto e ancora da dire, e un altro testo. Il primo testo incombe col suo statuto sul secondo, e tuttavia il secondo deve «dire infi­ ne ciò che era silenziosamente articolato laggiù». Deve, insomma, · «dire per la prima volta quel che tuttavia era già stato detto e ripetere instancabilmente ciò che, nondi- 174

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