Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975
L'ordine del discorso critico (nota sulla interdizione) La censura è l'estensione sul corpo del testo della tor tura praticata sul corpo dell'uomo. Le forme socializzate, e solo apparentemente deprivate della loro fisica crudel tà, sono i controlli sociali e i meccanismi di esclusione che agiscono sulla produzione testuale. Leopardi aveva questa percezione, quando scriveva a proposito della edi zione napoletana delle Opere, bloccate dopo il primo vo lume: « L'edizione delle mie Opere è sospesa, e più proba bilmente abolita... La mia filosofia è dispiaciuta ai preti, i quali e qui e in tutto i,l mondo, sotto un nome o sotto un altro, possono ancora e potranno eternamente tutto» (A. L. De Sinner, 22 dicembre 1836). (Un'edizione delle Operette, messe all'indice, era conservata nello scaffale dei Libri Proibiti nella biblioteca di Monaldo, con sul frontespizio la scritta Proibito: prendeva corpo un'imma gine di esclusione alimentata in casa Leopardi, si chiari va la storia di un rapporto familiare. E ,la storia della censura leopardiana che contiene interpretazioni più at tendibili della riduzione " lirica " e " progressiva " della storiografia, è stata infine censurata dalla critica nove centesca: il Leopardi giacobino e sovversivo della censu ra era intollerabile nel sacrario delle lettere nazionali). Gli istituti della censura, che hanno affinato le tecni che civili ed ecclesiastiche col dilagare delle comunicazio ni di massa, non hanno nella critica letteraria un sistema di sanzioni così limpido, così materializzato in ruoli fun zioni esecuzioni. Eppure alla · storia delle istituzioni re pressive appartengono anche i tribunali ecclesistici, quan do non ne erano stretti collaboratori, negli abiti e nel linguaggio più svariati: il passaggio dalla Liberata alla 173
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