Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975
affannarsi per le strade della città, gli operai darsi il cambio dei turni nella fabbrica, gli impiegati bofonchiare davanti a strologanti televisori, gli studenti occupare scuole e solcare in cortei di rosse bandiere le strade. Nel testo tutto è già detto, e vissuto, e risolto. In esso dorme la verità (congelata). Se la si interroga, dirà parole di vita (periture). A la joie de lire Con la lettura il critico depone strumenti di corruzio ne e abiti di manipolazione. Depone fuori del testo cate ne di sovrasensi, sistemi di percezione preordinati in mo delli, cristalli di immagini prefabbricate. Nel confronto diretto, senza più diaframmi critici e dottrinali, senza sovrimpressioni librescamente fantasmatiche, è il testo che offre una mano perchè il critico respiri la sua quiete e si disponga all'esercizio che, atto finale dell'esegesi, nella lettura è prefigurato, ,larvatamente disegnato: il rico noscimento di sè. Secondo il parallelo medievale ripreso poi da De San ctis, il poeta legge il libro dell'universo, il critico il libro del poeta: tuttavia la questione non è di rispecchia mento, ma di ritrovamento. Non il riflesso d'un universo nell'altro, ma la costituzione, attraverso la lettura, di un proprio universo, dove la pacificazione, quando c'è, è pa gata con lo smarrimento e l'attrazione. La gioia della let tura è scontata nel viaggio penitenziale verso il luogo del 168
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