Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975
E' bastato trascrivere una poesia di Sanguineti sop primendone le espressioni tra parentesi per trovarci im mediatamente di fronte a un testo che ripete i moduli dell'espressione bassa, colloquiale, paratattica propria del l'afasia naturalistica realistica. E l'avanguardia della qua le Sanguineti è stato dichiarato esponente? Essa starebbe tutta in alcune facili formule tecniche: la immissione di un piano falsamente « diverso » mediante le parentesi che rompono il discorso lineare, la frequenza di avverbi e di gerundi che trasferiscono il discorso in uno spazio e in un tempo che si vorrebbe « altro »; la presenza di lasse ritmiche che spesso corrispondono al verso princi pe della nostra letteratura, l'endecasillabo. Il trucco consiste nel mimare, mediante questi e altri usi tecnici, un rapporto con il simbolico che è contrad detto dal permanere del poeta nel posto dell'immagina rio. « Chi sono io »? La scena è quella familiare e le iden tificazioni sono tutte storicistico-umanistiche: la Cina, l'utopia, la speranza, la fine della preistoria, il fango che ci sta alle spalle, i bambini. L'avanguardia storica - e diciamo storica in quanto ancorata nel modo più rassicurante alla cronaca della « rivoluzione» - non accede al tempo logico dell'incon scio. La psicanalisi è la pietra d'inciampo di questa avan guardia che della terra dei tesori di bretoniana memoria non riporta altro che un vocabolario. La scrittura rimane prigioniera dell'immaginario. Il testo viene giocato su una risonanza che dilata il piano della connotazione fidando nel naturale potere evocativo della parola. Siamo ancora nell« aura poetica » ermetica e dei suoi continuatori che pubblicano nelle collanine sperimentali di Einaudi. Non esiste testo, non esiste mondo fantastico. Il fan tasma dello scrittore è il fantasma dello scrittore che scrive. 132
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy