Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975
della seconda topica freudiana, tanto cara ai revzswnistz della psicanalisi, svolgerà alla perfezione il suo compito di bloccare il lavoro dell'inconscio. Perciò il pendolo tra l'«ermetismo » delle avanguar die e il « sociologismo » della linea naturalistica reali stica si configura come gioco tra due afasie. Due tipi di afasia e due tipi di «letteratura». L'impo verimento lessicale ci dà la letteratura « selvaggia » (ma è cosa vecchia: dal basso dialettale al sussurro borghese al tono medio della quotidianità). L'impoverimento sin tattico ci dà l'epigonismo di un'avanguardia che, can cellando i nessi, produce una letteratura della ripetizio ne e, nell'inseguimento di un apaxlegomenon, sfugge all'anamnesi. La matrice comune di queste due afasie può cogliersi in un testo come questo: « così qui: abbiamo, noi, un cinese e sull'autostrada spiegavo, anche, il contraccolpo sopra l'operazione letteraria, [radicalmente immediato; e si diceva dell'opportunismo trionfante, anche; perché la posizione cinese giustifica ogni speranza e a mia moglie dicevo della quantità di infelicità, [intanto e volevo dire: giustifica anche noi; e anche i figli; e volevo dire: giustifica il momento dell'utopia questo momento e volevo dire: per sempre; ma adesso, vedi: ma adesso, quale stanchezza? e quale, quale tranquillità? ma vedi il fango che ci sta alle spalle, e il sole in mezzo agli alberi, e i bambini che dormono: i bambini che sognano» 131
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