Il piccolo Hans - anno II - n. 5 - gennaio-marzo 1975

Le due afasie Una nuova formula per un vecchio dibattito: la lette­ ratura selvaggia. Letteratura selvaggia come scioperi sel­ vaggi. L'analogia è seducente. Si sostituisce la prassi a un linguaggio catturato ormai dai mass-media. L'illusio­ ne che la verità sia sempre rivoluzionaria costruisce da un lato il falso ideologico del!'operaio protagonista, dal­ l'altro, all'inverso, il «sentimento» che, per arrivare ad essa, basti rompere le regole. Ma la letteratura selvaggia, come i dibattiti sulla funzione dell'intellettuale e le facili avanguardie, passa attraverso il filtro della comunica­ zione-non comunicazione, narcismo, aggressività, falsa ri­ composizione di una totalità su un corpo frantumato, fa­ se dello specchio nella falsificazione eclettica della dialet­ tica. Il rapporto servo-padrone, ammorbidito dalle smus­ sature neocapitalistiche, continua ad agire, nonostante i sindacati, con violenza feudale e nella pratica e nel lin­ guaggio. E marxismo e freudismo restano le due analisi; le sole capaci di dirci oggi una parola non vuota sul pro­ blema della lingua e delle avanguardie rivoluzionarie. Pi­ gnotti, Ferretti, le poesie visive, il discorso dell'operaio metallurgico riscritto dall'editoriale prima anche che dal!'operaio tipografo, restano nell'ambito di un« gioco delle regole» che, come l'ideologia borghese, riesce ad assi­ milare l'illusorietà pericolosa di una contro-scrittura. 128

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