Il piccolo Hans - anno I - n.4 - ottobre-dicembre 1974

la cosa solida, permanere e strutturarsi in diversi gradi della resistenza organica ... La tumescenza comporta uno spostamento di centi­ nietri, l'organo gonfio resiste e si fa spazio, si parla da sé (ti parlo a bassa voce, non ascoltare altro); l'orecchio affinato alla frase si china su una bocca recitante; la de­ tumescenza (il testo si svuota pur senza poter nominare la castrazione detumescente) è di rimando angoscia di castrazione di cui il desiderio, si sa, è simultaneamente portatore: l'oggetto desiderato è sbarrato dal vuoto che monta di pari passo con l'angoscia (tu mia morte dolce e lenta richiesta d'amore). Il respiro sottratto all'animale svuota il suo spazio organico - poi ritorna un'immagine, una lettera si muo­ ve nell'operazione chirurgica, lo sguardo (perché gli oc­ chi si sono riaperti) dipinge una donna sul suo cadavere. L'immagine gioca fra il corpo e gli occhi, si perde ma non ha fine: alla fine: Un affare alambiccato fare il vuo­ to poi introdurre in un matraccio: feminicula - la fi­ gura sciancata, traversale allo sguardo e deformata, pron­ ta a perdersi evacuandosi per poi essere ancora lì: il te­ sto - cantus firmus - è lettera morta e lettera flottan­ te: cfr. i detti popolari, gli oracoli, i discorsi: ciò che torna è un gioco letterale. Tradurre (leggere) Maurice Roche vuole dire ascoltare le voci, forse non è insignificante la sua formazione mu­ sicale, compositore legato a importanti esperienze della musica contemporanea (Boulez), ha scritto un libro su Monteverdi (Ed. du Seui!, Parigi 61), sentire la veglia che invade il tuo sonno, sentire il piano dell'intenzionale muoversi su un sonno dell'attenzione: due cose, primo inseguire le perversioni costanti delle relazioni signifi­ cante-significato, secondo perdersi nei brani di discorso che si orchestrano provenendo da opposte zone cultura­ li - tempi diversi, ecc. 68

RkJQdWJsaXNoZXIy