Il piccolo Hans - anno I - n.4 - ottobre-dicembre 1974

poszzwne d'ascolto, l'ascolto flottante sui materiali lin­ guistici di passaggio fissa dei nodi di significazione sfug­ giti e sfuggenti, e l'orecchio incomincia a udire connes­ sioni del significante, ripartire in ogni direzione sotto e sopra il senso che da immobile comincia a slittare. L'ascolto sposta l'interesse dall'io e si muove in uno spazio topologico dove il soggetto reperisce qualche for­ mazione costitutiva della propria organizzazione, la strut­ tura distribuisce gli spazi del bianco e del parlato, mol­ tiplica i passaggi per i circuiti che si differenziano al­ l'infinito in una logica del percorso: la pagina si divide, fa spazio - quadrati, parentesi, linee, geometrie non del­ l'astrazione estetizzante, ma puntuazioni precise al pro­ dursi di un'altra logica del testo. Espirazioni-inspirazioni. Il corpo è in questa scrittura un . campo di inscrizio­ ne sintomale, talvolta semplice oggettualità non ricono­ scibile allo sguardo colto di sfuggita in una vetrata, geo­ grafia e tatuaggio. Oggetto non oggettuabile (feticcio inaf­ ferrabile mancato) se, come la lingua è, non è materia di comunicazione o espressione ma struttura di signi­ ficazione, terreno di produzione. Il testo si muove in queste parentesi: fra un ogget­ tuarsi corporale a cui è indirizzata la ricerca dello sguar­ do cieco e insieme calamitato, una organicità funzionale id efficiente, e d'altra parte, un ritorno di sguardo per­ duto, non risolto nell'immaginario del visto (appunto mancato), che si trova psicotizzato fra reale e simbolico. Il fatto dell'inscrizione nel corpo lascia il testo in posi­ zione cerniera fra traccia inconscia e ristrutturazione logica ad opera dell'istanza etica normativa. Il riso apre la fuga - da quale buco indiscreto? - E' difficile Spingi ...! - una zona trasversale dove ango­ scia e desiderio guardano il corpo inerte dell'animale inanimato (il mio sguardo al suo posto) ed evacuano il 66

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