Il piccolo Hans - anno I - n.4 - ottobre-dicembre 1974

scongiurarne i « malefici». Fin dalla sua ongme la psica­ nalisi si è sforzata di mettere le sue categorie in accordo con i modelli normativi della sua epoca. Essa ha contribuito così a porre un argine supplementare contro il desiderio; è venuta al punto giusto, nel momento in cui degli scricchiolii si facevano sentire nell'organizzazione repressiva della famiglia, della scuola, della psichiatria, ecc. Ma ciò che essa erigeva, è un argine più interiore, che serrava più da vicino la sog­ gettività desiderante, l'afferrava nella culla e si sforzava di non lasciarla mai più. L'ambizione della quadrettatura psica­ nalitica è senza limiti; di diritto, non dovrebbe sfuggirle niente, la sua volontà di egemonia prende di mira, a un tempo, la follia, il sogno, le deviazioni di ogni sorta, l'arte, la storia, il mondo primitivo, fino alle più infime sequenze della vita quotidiana, come un lapsus o un atto mancato. Ogni non-senso di desiderio dovrebbe così sottoporsi alle sue griglie esplicative ed entrare nel registro della sua com­ prensione. Consideriamo l'esempio dell'omosessualità: la psi­ canalisi la classifica tra le perversioni, la definisce come una fissazione ad uno stadio infantile, stadio che sarà esso stesso definito come pregenitale e « perverso polimorfo». E' così che sotto il velo di una descrizione sedicente oggettiva, essa cauziona implicitamente una norma, una genitalità di ò.i­ ritto, un diritto di cittadinanza per il desiderio che squali­ fica subito quello del bambino, dell'omosessuale, del pazzo e, a mano a mano, quello della donna, del giovane che non ha ancora pienamente accettato la prospettiva coniugale­ familiale, ecc. Nella misura in cui una lotta rivoluzionaria riuscisse a liberarsi dai modelli dominanti e, in particolare, dal modello di tutti i modelli che consiste nel ridurre le molteplicità desideranti a essere solo un flusso indifferenziato - un flusso di lavoratori, un flusso di consumatori, ecc. - nella misura in cui essa riuscisse a rompere con una semplifica­ zione manicheistica della lotta di classe e ammettesse il carattere plurale degli impegni desideranti che permettono di operare il passaggio dalla rivolta alla rivoluzione, essa sarebbe condotta a prendere in considerazione e ad appog­ giarsi senza a priori normativo sulle minoranze desideranti di ogni natura. Preliminari di una tale riconversione sareb­ bero senza dubbio il rilevamento e la neutralizzazione dei modelli che sono stati « implicitati» dalla psicanalisi con la sua legittimazione della repressione del desiderio fondata 120

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